Le radici profonde non gelano

La fantascienza è un genere che ha riempito gli anni migliori di molti di coloro che sono cresciuti quando ancora c’era la TV dei Ragazzi e si giocava senza l’elettronica.

Senza facili cosmogonie da effetti speciali nulla sembrava reale quanto i mondi esotici che si potevano trovare sulle pagine dei mitici Urania. Questo anche grazie al fatto che la maggior parte dei racconti erano narrati con una pignoleria scientifica che si stenta a ritrovare nelle sceneggiature di molti blockbuster odierni. La fantascienza ha  anche reso più facile e necessario avere un computer a casa quando i modem erano rari e le memorie di massa audiocassette.

Per questo la generazione di geek (o nerd) che ha vissuto un mondo immaginario paradossalmente più ampio di quello della generazione digitale ha l’obbligo di spendere un pò di tempo a cercar di raccontare che il punto non sono i bit ma quello che c’è dietro. L’affascinante rigore della logica non deve essere abbandonato per la potenza narrativa delle immagini 3D e l’amore per la verità non può essere perso nel tribale cicaleccio dei social network.

La fantascienza, quella stampata, quella in cui la GUI la mette solo cervello del lettore, può essere un bel pretesto per vedere se la magia di quegli anni possa essere ancora potente.

E magari godere più pienamente di tutto il bello che i computer dopo HAL 9000 ci possono oggi offrire: le radici profonde non gelano!

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